Protezione contro le lesioni cerebrali
Lesione cerebrale traumatica indotta da esplosione (bTBI) può portare a una serie di condizioni debilitanti con conseguenze permanenti. Si tratta di una tipologia di lesioni che purtroppo ha visto un aumento significativo nei recenti attacchi terroristici o nei conflitti come in Siria, Iraq e Afghanistan, dove ordigni esplosivi improvvisati hanno dimostrato di avere effetti devastanti sul personale delle forze armate e sui civili.
Mentre queste condizioni possono manifestarsi chiaramente come disturbi neurodegenerativi e neuropsichiatrici, i meccanismi specifici che collegano la fisica delle onde d’urto alle successive alterazioni biologiche nel cervello sono rimasti sfuggenti.
Il nostro gruppo di ricerca cerca di comprendere i meccanismi fisici che governano il danno ai tessuti cerebrali che alla fine portano a disturbi cognitivi, per sviluppare una migliore protezione della testa contro tali esplosioni.
Attraverso una collaborazione unica con il Prof. Shi della Purdue University negli Stati Uniti, il nostro gruppo ha costruito modelli computerizzati di cervelli di ratti e umani per osservare come un'onda d'urto danneggia i tessuti molli, e come tale danno sia correlato alla distribuzione dello stress ossidativo post-infortunio nei tessuti cerebrali. Al fine di calibrare e validare questi modelli, A Purdue sono stati condotti nuovi esperimenti in vivo che abbinano le esposizioni di esplosioni a test cognitivi.
Questo approccio è stato poi applicato a un modello di testa umana in cui è stato dimostrato che la previsione dei disturbi cognitivi corrispondeva alle lesioni subite dagli individui..
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