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Il caffè tostato scuro può prevenire l'Alzheimer e il Parkinson

Per anni, gli scienziati hanno sospettato che bere arrosto scuro caffè aiuta a ridurre le possibilità di contrarre la malattia di Alzheimer e di Parkinson. Un nuovo studio indica che questo potrebbe effettivamente essere il caso, e che più scuro è l'arrosto, meglio funziona.

Più a lungo viene tostato il caffè, maggiore è il suo livello di fenilindani(Credito:AlekseyPatsyuk/Depositphotos)

Guidato dal Dott. Donald Weaver, Gli scienziati del Krembil Brain Institute canadese hanno confrontato tre tipi di caffè solubile Starbucks 100% Arabica – tostatura leggera, arrosto scuro, e arrosto scuro decaffeinato.

Nel in vitro (piatto di vetro) test, si è scoperto che le due tostature scure erano entrambe particolarmente efficaci nel prevenire l'aggregazione dei frammenti proteici beta-amiloide e tau. Si ritiene che l’aggregazione di questi frammenti all’interno del cervello sia una delle cause principali sia dell’Alzheimer che del Parkinson.

Di tutti i composti analizzati nei caffè testati, ce n’era solo uno – un gruppo noto come fenilindani – che aveva l’effetto antiagglomerante. Più a lungo viene tostato il caffè, maggiore è la quantità di fenilindani che contiene, quindi più potente è l'effetto. È interessante notare che, gli arrosti scuri contenenti caffeina e decaffeinato erano ugualmente potenti, indicando che il contenuto di caffeina è irrilevante (detto ciò, uno studio recentemente condotto a Bloomington, Università dell'Indiana suggerisce che la caffeina èefficace nel scongiurare la demenza).

“È la prima volta che qualcuno studia come i fenilindano interagiscono con le proteine ​​responsabili dell’Alzheimer e del Parkinson,” dice Dr. Ross Mancini, chi (insieme al biologo Yanfei Wang) ha assistito Weaver nella ricerca. “Il prossimo passo sarebbe indagare quanto siano utili questi composti, e se hanno la capacità di entrare nel flusso sanguigno, o attraversare la barriera emato-encefalica.”


fonte: un processo fondamentale del metabolismo dei grassi, di Ben Coxworth

Di Marie

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